IL PROJECT MANAGER E IL BUSINESS COACHING



Come Project Manager mi occupo quotidianamente di relazioni lavorative con le persone più diverse. 

I problemi da risolvere, oltre a quelli tecnici che solitamente sono più lineari, sono spesso dovuti a fattori umani:


- incomprensioni sulla comunicazione, mancanza di chiarezza, confusione, incertezza

- resistenze dovute a stati d'animo negativi, originati sia fuori che dentro l'ambiente di lavoro

- mancanza di impegno e motivazione personali

- scarso coinvolgimento

- assenza del "senso" del proprio lavoro e risposte vaghe o peggio assenza di risposta alla domanda "ma perché lo devo fare?" che ognuno di noi si pone talvolta 

- mancanza di riconoscimento per il lavoro svolto o comunque assenza di qualsiasi tipo di feedback sul proprio operato

- assenza di meritocrazia e sviluppo del pensiero "chi me lo fa fare"

- credenze negative sul tipo di scelte strategiche

- senso di impotenza, paura di sbagliare, scarsa formazione

- assenza del proprio responsabile su cui "non posso fare affidamento" o "non c'è mai per me"

- legami negativi con il passato per cui non ci si vede potenzialmente in cambiamento, miglioramento o evoluzione

- assenza di responsabilità: "ditemi cosa fare e io lo faccio"


Mi sono spesso chiesto come agire per risolvere questi e altri problemi con cui spesso mi devo confrontare e sto lavorando a un sistema di Business Coaching Training per capitalizzare i casi di successo e trasmettere le lessons learned nei casi di fallimento.

Tecniche e argomenti sono spesso interconnesse e diversamente collegate per ogni caso specifico, ma ci sono atteggiamenti e buone pratiche che creano un terreno e un ambiente fertile tale per cui le persone sono guidate ad esprimere il proprio meglio e sentirsi parte attiva del lavoro in team.

Un errore fatale sicuramente è rappresentato dal non accorgersi dei talenti dei propri collaboratori, perché i responsabili si concentrano unicamente o troppo sui difetti piuttosto che notare i talenti e chiedersi come poterli far fruttare per il bene della propria realtà lavorativa.


Ecco allora alcune azioni pratiche di "Coaching" che occorre mettere in atto a tali scopi, per innescare un miglioramento e una inversione di rotta nei rapporti lavorativi.


RICONOSCERE I PROPRI COLLABORATORI

Ognuno di noi ha le proprie specificità, pregi e difetti. Devo cercare il più possibile di far lavorare le persone su argomenti, tipologie di lavoro, progetti, dove esprimono il loro meglio con soddisfazione

Antonio lavora meglio da solo o in team?

Luigi deve essere guidato o lasciare che si gestisca?

Anna chiede aiuto se ha un problema?

Pietro ama imparare cose nuove?

Elena riesce a instaurare rapporti positivi con i colleghi?

Maurizio ha bisogno di feedback più sostenuti?

Carmine si trova bene a cambiare tipo di attività frequentemente durante il giorno?

Daniela ha le capacità per portare a termine questa attività o le serve un supporto?

Maria ha troppo lavoro e Filippo è scarico? Posso dare a lui parte del carico lavorativo di Maria?

Ho spiegato a Luca quanto è importante questo lavoro che gli ho chiesto di fare urgentemente?



PROBLEMI E (A VOLTE) SOLUZIONI 

Ogni volta che un progetto o un problema da risolvere sembra insormontabile, dividilo in parti più piccole e inizia, anche solo con una piccola azione. L'intenzione unita all'azione nel tempo risulta incredibilmente potente

Le persone che si spaventano di fronte a un lavoro enorme da fare, devono essere guidate al focus sul fare poco, iniziando dalle cose più semplici o basilari, affinché si prenda quell'abitudine a notare i passi fatti e guardare al futuro partendo da ciò che posso fare (e scelgo di fare) qui ed ora.


Considera anche che progetto (latino) e problema (greco) hanno lo stesso significato, e cioè quello di guardare, proiettare, mettere avanti  "qualcosa" verso una azione-soluzione. 



LE SCUSE

Ogni volta che cerchiamo una scusa, stiamo allontanando la nostra parte migliore. Ci stiamo arrendendo alle circostanze. Se il risultato non è quello che volevamo, dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre azioni.


Abilità nel dare risposte. Questo intendo parlando di responsabilità. Dobbiamo essere i primi ad ammettere gli errori, imparare la lezione, condividerla, affinchè chi lavora con noi faccia lo stesso. Siamo degli animali, da questo punto di vista, che imparano per somiglianza. Se il mio capo grida e insulta, sarò portato su quella strada e se non avrò un ottima capacità di decidere che io sono diverso, finirò per "copiare" quell'atteggiamento. E' un rischio che, se sono consapevole, posso valutare e scegliere come comportarmi.


Come migliorerebbe il nostro lavoro mettendo in pratica queste semplici abitudini?


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